Gianni Massa

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Nuovi luoghi (materiali/immateriali), nuovi stili di vita

Innovare significa “rompere confini” o, meglio, “modificare confini”. Significa esplorare con occhi nuovi l’enorme universo interdisciplinare che si è formato, con particolare accelerazione negli ultimi decenni, attorno ai concetti di rete, di multidisciplinarietà, di relazioni strutturali in ogni ambito dello scibile umano (dalla fisica all’informatica, dall’economia alla biologia, dalla genetica alla matematica, dalla sociologia all’antropologia fino alla progettazione degli edifici e delle città), mostrando l’immagine di un universo fortemente interconnesso in cui le relazioni tra i singoli oggetti sono più importanti degli oggetti stessi.

Il progresso, nella storia dell’uomo, accade quando si modificano i confini della conoscenza, quando si connettono idee, linguaggi, processi, teorie.

Uno dei tratti che distingue il nostro tempo contemporaneo, quello che chiamiamo presente, è la transizione digitale.
Quello che stiamo vivendo – e non per molto ancora – è l’unico tempo in cui coesistono e si sovrappongono le generazioni dei nativi analogici, o se volete dei nativi “non digitali” (quelli, per intenderci, che hanno studiato quando non esisteva Internet, Google, gli smartphone; quelli che sono cresciuti con il biliardino e così via), e dei nativi “digitali”.

Lo strumento genera nuove capacità dell’uomo proprio nel rapporto tra pensiero e azione, tra pensiero meditante e pensiero calcolante, tra capacità di immaginare e costruzione di un mondo reale.
5G e IoT stanno accelerando esponenzialmente la connessione tra case, strade, trasporti, luoghi del lavoro.
Si intravedono già le “self driving city” (le previsioni dicono che, nel 2040, il 75% del parco circolante sarà a guida autonoma con veicoli collegati con marciapiedi, palazzi, pedoni). Si intravedono stili di vita nuovi. Modalità di lavoro e di produzione del tutto innovative (penso al Building Information Modeling, alle n dimensioni della realtà aumentata a confronto con le 2 dimensioni della carta). Luoghi di lavoro nuovi.

Il World Economic Forum ipotizza che, entro il 2024, il 50% del traffico della rete nelle abitazioni non sarà impegnato per comunicazione o intrattenimento ma per l’automazione domestica.
Queste sfide per essere affrontate necessitano uno sforzo di unione di linguaggi e di ricerca di percorsi condivisi tra differenti attori del processo che non potranno più, da soli, orientarsi nella ricerca e, soprattutto, nel mercato.
L’economia generata dalla rigenerazione urbana dovrà fondarsi su un nuovo concetto di processo-progetto (oggi non è così e siamo molto lontani) in cui gli apporti dei linguaggi della committenza, dei progettisti, dei costruttori, degli installatori, dei produttori sono realmente integrati.